Parrocchia Di Collegara-San Damaso

2 agosto 2013

Vangelo E Commento Domenica 28 Luglio

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Il Discorso Della Montagna - Carl Heinrich Bloch (1890)

Il Discorso Della Montagna – Carl Heinrich Bloch (1890)

Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani,
perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti;
e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli;
vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

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XVII Tempo per annum

Dio realizza

Il tema al centro del vangelo di questa domenica è quello della preghiera, una preghiera fiduciosa e confidente. Anche la prima lettura mostra la confidenza che ha Abramo nella sua relazione con Dio, tanto che non teme di insistere fino a diventare fastidioso e molesto. Però, prima ancora della sfrontatezza fino alla molestia il vangelo dice un’altra cosa molto importante e cioè che a pregare si impara: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli” dicono i discepoli a Gesù. La domanda non nasce tanto dal fatto che i discepoli vedono Gesù pregare; se leggiamo bene, il vangelo dice solo che era in un luogo a pregare, quindi più che vederlo sanno che lui prega. I discepoli colgono la qualità della vita di Gesù, il modo con cui affronta la realtà e con cui si pone nei confronti delle cose di tutti i giorni e comprendono che questo è frutto della sua preghiera. La preghiera quindi non è qualcosa che si deve vedere, ma è qualcosa di cui ci si accorge percependo la qualità di vita delle persone.

Proprio per questo il vangelo non si dilunga mai in descrizioni di Gesù che prega ma, semplicemente, ci consegna la centralità della preghiera nella sua vita. Gli unici momenti in cui è decritta la preghiera del Signore è durante la trasfigurazione e nell’orto degli ulivi. Al cuore della vita cristiana c’è dunque la preghiera, una preghiera costituita soprattutto dall’ascolto e dal pensare: una bellissima definizione della preghiera è pensare davanti a Dio. Certo non divagare o fantasticare, c’è un contenuto importante che deve esserci in questo nostro pensare e Gesù consegna ai discepoli proprio questo contenuto, quello che potremmo chiamare la “matrice” della preghiera cristiana.

Si tratta semplicemente di un modello, non tanto una formula fissa, e lo si capisce dal fatto che i vangeli hanno due varianti, questa di Luca e quella più nota e maggiormente usata di Matteo. Proprio dal che esistono due redazioni emerge un insegnamento importante: nella preghiera non contano le parole, nemmeno se sono quelle di Gesù; le parole non hanno un senso magico, come invece pensano i pagani. Al di là delle parole dunque quello che interessa sono le caratteristiche della preghiera cristiana che sono prima di tutto la relazione filiale, con la consapevolezza che la preghiera è prima di tutto spazio, disponibilità all’azione di Dio in noi. È un richiamo all’atteggiamento di ascolto di Maria di Betania, il brano letto domenica scorsa. La preghiera è prima di tutto ascolto, per cui al centro c’è davvero un silenzio che si fa accoglienza. Tutta la grande tradizione biblica parta dalla preghiera dello Shemà Israel, Ascolta Israele, l’ascolto, il sentirsi figli del Padre plasma il nostro cuore.

Subito dopo la preghiera insegnata da Gesù tocca la concretezza e quotidianità della vita: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Si tratta del pane della nostra giornata, il sufficiente. È facile comprendere il richiamo al famoso episodio della manna nel tempo dell’Esodo: il dono della manna, pane che accompagnava il cammino nel deserto, c’era ogni giorno, ma non si poteva accumulare. C’è un profondo senso di sobrietà e di comunitarietà in questa richiesta.

La preghiera poi porta verso gli altri e l’amore a Dio si concretizza nell’amore verso il fratello, soprattutto nell’esperienza del perdono, ricevuto e donato. Non c’è separazione o contrapposizione tra il Signore e i fratelli, anzi c’è la certezza che solo nell’unione tra i due poli, Dio e il fratello, vi può essere la sintesi più autentica della vita cristiana. Il vangelo è molto lontano dallo spiritualismo disincarnato incapace di condurre al fratello. La spiritualità si misura nella crescita della capacità di andare verso l’altro.

L’ultima richiesta nasce dalla certezza della nostra fragilità: “non lasciarci soccombere nella tentazione”. L’esperienza salvifica vera è la fragilità redenta, cioè la consapevolezza che la nostra fragilità ci accompagnerà sempre, non per ricordarci una condanna, bensì perché diventiamo capaci di invocare chi può donarci la salvezza: il Signore, che, come sappiamo, tante volte si mostra nel volto del fratello che cammina con noi.

Il brano di vangelo poi si conclude con un’altra rassicurazione del Signore: il dono dello Spirito che non viene negato a chi lo chiede. Gesù vuole che acquisiamo la consapevolezza che Dio ascolta sempre e ci esaudisce: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Attenzione però, nel vangelo non c’è scritto “chiedete e vi sarà dato quello che chiedete”, ma semplicemente “chiedete e vi sarà dato”. Dio ascolta ed esaudisce ma a modo suo: diceva Dietrich Bonhoeffer che Dio non realizza tutti i nostri desideri, bensì tutte le sue promesse.

 

Commento di don Domenico Malmusi

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