Parrocchia Di Collegara-San Damaso

16 agosto 2014

Vangelo E Comento Venerdì 15 Agosto – Assunzione di Maria

Filed under: Vangelo — Insieme @ 07:28
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Giacomo Pontorm - Visitazione, 1514-16, Affresco,chiesa della SS Annunziata Firenze

Giacomo Pontorm – Visitazione, 1514-16, Affresco,chiesa della SS Annunziata Firenze

Giacomo Pontorno - Visitazione circa 1528

Giacomo Pontorno – Visitazione circa 1528

Giacomo Pontormo - Disegno preparatorio per la visitazione, gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, Firenze

Giacomo Pontormo – Disegno preparatorio per la visitazione, gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, Firenze

Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56.
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia ».
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

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Assunzione di Maria

Terra del cielo

Celebriamo l’assunzione di Maria al cielo, un dogma, cioè una verità di fede, che è stato proclamato da Pio XII il 1 novembre 1950, cioè pochissimi anni fa se si pensa ai duemila anni di storia della chiesa. In realtà la fede nell’assunzione di Maria è molto antica, la nostra chiesa (quella precedente a questa che era del XII secolo) è sempre stata dedicata all’Assunta, così come il nostro Duomo e infinite altre chiese. Diversi padri della Chiesa hanno parlato del fatto che Maria godesse già la pienezza della redenzione. Ma al di là di affermazioni infallibili e studi antichi occorre capire il senso che ha per noi oggi celebrare questa festa, occorre comprendere cosa dice alla nostra vita di credenti. Proviamo allora ad ascoltare attentamente il vangelo proposto per questa giornata perché possa illuminare la festa e soprattutto la nostra vita.

Maria ha appena avuto un’esperienza sconvolgente: l’angelo che le ha rivolto parole grandiose e temibili l’ha lasciata sola con quel suo segreto inspiegabile a decidere cosa fare. E Maria si alzò! È un verbo molto importante nei vangeli, perché è il verbo della risurrezione, della vita nuova, piena. Nella bibbia si dice che chi vede Dio muore, e l’angelo è una manifestazione di Dio, quindi un incontro che tramortisce, sconvolge. Però Maria dopo questo incontro si alzò! Il vangelo ci dice che è piena di vita, di coraggio, tanto che prende la strada più pericolosa per andare in Giudea, quella che attraversa le montagne di Samaria, perché vuole arrivare in fretta dalla cugina e questa strada pericolosa è più corta. È talmente piena di vita che la comunica anche ad Elisabetta. Il testo dice che subito dopo il saluto di Maria: “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”. Lo Spirito è vita, vita di Dio, vita concreta, vissuta, che fa alzare e camminare. Lo Spirito rende capaci di interpretare la vita ed Elisabetta capisce che la forza vitale di Maria viene dalla fede: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Maria ha creduto non a qualcosa di astratto, a dei valori non negoziabili, ma al fatto che la parola di Dio diventerà storia, la sua storia personale, anzi è già storia fatta di azioni, di scelte, di cammino, di condivisione, di preghiera. Una preghiera che fa sempre parte di questa idea dell’essere storia, perché la preghiera non è solo domandare qualcosa oppure lodare Dio, ma è la capacità di rileggere la propria vita con obiettività ed equilibrio innestandola nella grande storia d’Israele e dell’umanità. Maria dice che Dio ha guardato l’umiltà della sua serva, la tapeinosis dice il testo greco, che non è una virtù ma una condizione di vita: in effetti Maria è una ragazza qualsiasi, di un paesino insignificante in una provincia contaminata da influenze straniere, non è di famiglia nobile, è una nullità. Insieme a questo lei però si definisce serva di Dio, che è un titolo importante nella Bibbia. Sa quindi guardarsi davvero con onestà: vede la sua condizione insignificante e la vede la sua fede, ne fa la sintesi e nasce così la sua preghiera in cui risuona l’angoscia degli umiliati e degli oppressi di tutti i tempi, dei diseredati della terra, ma è anche eco del cambiamento profondo che si realizzerà in seno all’arrogante società che opprime. Maria è ‘teologa della liberazione’, figura di quella benedizione che in Abramo riceveranno tutte le famiglie della terra.

Il vangelo si conclude con la nota sul tempo di permanenza di Maria da Elisabetta, sicuramente fino al parto, anche se Luca non ne parla perché questa è un’altra storia. Il testo di oggi non vuole mostrare i fatti di cronaca ma soltanto sottolineare l’aspetto del servizio prestato da Maria per mostrarne il valore teologico.

Maria dunque ha accolto la Parola, ha plasmato la sua vita su questa Parola, ha condiviso la forza di quella Parola. Si è messa in cammino, ha fatto della sua vita una preghiera universale, si è messa a servizio, e lo ha fatto con perseveranza, per il tempo necessario. Tutto questo significa vivere da risorti, vivere una vita che ha abbattuto le barriere della morte.

Credere al dogma dell’Assunzione non significa accettare una cosa inspiegabile solo perché lo ha detto un papa, ma credere che accogliendo la Parola di Dio e plasmando la propria vita su questa Parola si entra nella dimensione del Regno, si entra nella vita eterna, quella vita del cielo che Maria ha generato sulla terra e che, a sua volta, l’ha generata Terra del cielo. Terra dalla quale anche noi siamo tratti e dunque anticipazione del nostro destino.

Commento di don Domenico Malmusi

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