Parrocchia Di Collegara-San Damaso

10 novembre 2014

Vangelo E Commento Domenica 9 Novembre – XXXII Tempo Ordinario

Filed under: Vangelo — Insieme @ 20:33
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El Greco - Cristo Scaccia I Mercanti Dal Tempio

El Greco – Cristo Scaccia I Mercanti Dal Tempio

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-22.
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.
Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi,
e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

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XXXII Tempo ordinario, dedicazione della basilica lateranense.

Nuovo tempio

Il racconto evangelico ci dice che in occasione della festa di Pasqua, Gesù entra nel tempio e vede che lo spazio chiamato “atrio delle genti” è stato trasformato in luogo di commercio, di vendita degli animali per i sacrifici. Ci sono anche i cambiavalute che hanno il compito scambiare le monete per consentire ai pellegrini di pagare il tributo al tempio, che può essere pagato solo con moneta ebraica. Quel luogo che Dio aveva voluto come “casa di preghiera per tutte le genti”, secondo quanto affermato dal profeta Isaia, era diventato un luogo di mercato!

Quello che indigna Gesù però non è la confusione, le chiacchiere, come qualcuno potrebbe pensare, il problema è molto più profondo ed è duplice: un aspetto importante, seppur secondario, riguarda il fatto che il mercato occupava l’unico spazio del tempio concesso agli stranieri, le parti più interne erano riservate agli israeliti, se uno straniero avesse voluto avvicinarsi, incontrare il Dio d’Israele, pregare… poteva farlo solo in quella zona. Ma la zona era stata requisita per il mercato, ingombra di animali e banchetti non permetteva più la preghiera dei proseliti. Non c’era più spazio per i nuovi, i convertiti, i simpatizzanti, soltato i puri sono ammessi. Gesù ribadisce che il tempio è per tutti, ebrei e stranieri, buoni e cattivi, sani e malati, sposati e separati: tutti, senza distinzione.

Ma l’aspetto principale è che Gesù vuole dire basta con una religione con cui si vuole “comprare” il favore di Dio, non solo attraverso offerte in denaro e sacrifici di animali, come nel suo tempo, ma anche attraverso prestazioni di qualsiasi altro genere: voti, penitenze, osservanze, novene, corone… come facciamo noi oggi. Anche oggi si commercia: Quanto costa una messa? Quante lezioni di catechismo devo fare per ricevere la cresima? Che penitenza devo fare per avere il perdono? Tutto ha un prezzo, in denaro o in opere e se il tempio è un mercato, si monetizzano anche le prestazioni religiose con un loro tariffario. Ma una religione, in cui le cose di Dio si comprano, è un oltraggio a Dio e un’offesa alla dignità dell’uomo. Non sto condannando le pratiche religiose: il cristiano o è praticante o non è cristiano. Ma è molto diverso partecipare alla messa per obbligo o perchè non posso fare a meno di nutrirmi.

La religione del mercato riduce l’amore di Dio in un favore da comprare e trasforma l’agire dell’uomo in un tributo da versare a Dio per aver in cambio la sua benevolenza. E’ un rapporto padrone-schiavo, che, per quanto gravoso, è in fondo rassicurante, come la schiavitù in Egitto. Gesù vuole proprio sostituire a questa religione mercantile un modo nuovo, libero e liberante, di entrare in relazione con Dio.

E lo fa attraverso un gesto profetico. Un gesto clamoroso, come quello compiuto da Gesù nel vangelo, suscita sempre curiosità, fa nascere interrogativi, mette in moto pettegolezzi, storie. La domanda dei Giudei: “Quale segno ci mostri per compiere queste cose?” non è del tutto fuori luogo. Perchè un gesto sensazionale non è necessariamente profetico, la profezia ha delle caratteristiche ben precise: nasce da una relazione profonda con Dio, si nutre della sua Parola, caratterizza una vita. Gesù per tutta la sua vita ha cercato la relazione con il Padre, i vangeli lo mostrano spesso in preghiera, in disparte, in luoghi solitari; mostrano la sua familiartà con la Scrittura, attraverso le citazioni che troviamo nei racconti, nelle spiegazioni che fa, nelle applicazioni alla sua vita; non ha mai fatto un sacrificio nè ha voluto che lo facessereo i suoi discepoli, pur frequentando regolarmente il tempio per la preghiera. Insomma Gesù aveva una vita trasparente, salda, coerente con ciò che predicava, era chiaramente un profeta, non ci sarebbe stato bisogno di chiedere una conferma di questa autorità profetica. Ma siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, o cieco di chi non vuol vedere, ecco che occorre una prova, una conferma.

Ma la risposta di Gesù appare ancora più oscura ai suoi ascoltatori. Quando parla di distruggere il tempio e di poterlo risuscitare intende il suo corpo, la sua persona e, dobbiamo ammettere, che è un linguaggio duro, veramente difficile da comprendere soprattutto per chi non si vuole discostare dalle sue abitudini e tradizioni. Per noi però, abituati ad ascoltare il vangelo dovrebbe essere chiaro: con Gesù inizia il tempo del culto in spirito e verità, come dice alla samaritana, quindi non un culto fatto di precetti, di osservanze, di sacrifici, ma un culto che rispecchi la coerenza della vita, che sia autentico, che parli all’umanità. Il culto non è più nel tempio di Gerusalemme, ma in quel tempio che è il corpo di Gesù, la sua persona, la sua umanità. Il luogo dove tutti gli uomini possono incontrare Dio è Gesù, un uomo, una carne umana che è anche la Parola di Dio. Dio è presente ovunque, ma c’è un luogo in cui egli abita in modo unico e speciale: non più il tempio di Gerusalemme, ma l’uomo Gesù. Vivendo come Gesù si dà culto a Dio.

Commento di don Domenico Malmusi

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